Il nostro minitour della Malesia continua. Lasciamo Langwaki e facciamo tappa a Penang per tre giorni, di visita culturale di Georgetown. Atterrati all’aeroporto ci ritroviamo nel caos del traffico e dell’afa cittadina. Eravamo abituati bene a Langwaki con la brezza marina che mitigava l’afosità di queste latitudini. Arriviamo nel primo pomeriggio alla stamberga che abbiamo prenotato tramite Booking e che lasceremo il giorno seguente per un altro hotel molto più confortevole nel centro di Chinatown. Yeng Keng Hotel.

George Town

George Town è una delle città più grandi e vivaci sull’isola di Penang. Il fascino per cui George Town è diventata celebre è ben rappresentato dal suo caratteristico centro storico, impregnato di un’essenza multiculturale più unica che rara che l’ha resa degna di essere inserita nell’elenco dei siti patrimonio dell’Unesco. È nota, inoltre, per essere la capitale gastronomica della Malesia (in particolare per il suo cibo di strada dei venditori ambulanti). I primi passi che percorriamo a Georgetown ci portano nel quartiere armeno, alla scoperta dei famosi murales.

Murales che sono il gioco dei turisti. Una caccia al tesoro divertente ed esplorativa del quartiere. Armenian street è una via piena di vita che si spegne però al calar del sole. Il viaggiatore dopo aver terminato la ricerca e fatto bottino di selfie e foto della street art, si sposterà verso altre zone e sul quartiere cala il sipario per poi riaprire il giorno seguente, dando vita ad un nuovo ciclo di ricerche. Non solo murales in Armenian street, ma qui si trovano anche le sedi dei Clan cinesi che anno caratterizzato questa città fin dal diciannovesimo secolo. Numerosi anche i templi e tempietti che testimoniano la multiculturalità che risiede in questa città malese. Tutto ciò è un coinvolgente mix religioso: girando a piedi per il suo centro non potrete fare a meno di notare come templi buddisti, moschee, chiese e templi induisti si susseguano e convivano uno di fianco all’altro.

Ed è così che camminando per le vie, ci spingiamo fino al mare raggiungendo i moli dei clan. Un intricato dedalo di costruzioni in legno che con il passare degli anni, costruisci oggi, costruisci domani, le case si sono spinte sempre più verso il mare. Il clan Jetty è l’unico molo aperto al pubblico da esplorare. Oltre alle abitazioni private e adibite alla ricezione turistica, è un’esplosione di negozietti orientati al turismo che vendono souvenir e cibo…

Chinatown

Come dicevo la vitalità del turismo e si spegne al tramonto in Armenia street per spostarsi in Chinatown. La strada principale del quartiere è LBH Chulia ed è in proprio in Chulia street che lo street food prende vita. Un’esplosione di odori e colori che fino alle 22:00 in cui gli avventori cercano, se riescono a trovare una sedia e un tavolino in cui appoggiarsi, dell’ottimo cibo.

Tutto il quartiere comunque pullula di vita e locali, pub, ristoranti in cui passare la serata, basta perdersi nelle vie trasversali di tutto il quartiere, per trovare delle perle nascoste del centro storico di Georgetown.

Kek Lok Si Temple.

Poco fuori Georgetown, si trova questo grosso complesso di templi buddisti. Il maggior centro Buddista della Malesia e meta di pellegrinaggio per i buddisti di molti paesi del sud est asiatico. Troviamo un Taxi e contrattiamo il prezzo per la corsa fino al tempio e ci avviamo. Arrivati ai piedi della collina, ci sono due possibilità: affrontare la salita scarpinando oppure prendere un ascensore. Chiaramente noi optiamo per il mezzo meccanico.

La salita prevede però vari step. Essa si snoda tra bancarelle e negozi di chincaglieria cinese da percorrere a piedi per arrivare ai vari ascensori. Finalmente dopo tre quarti d’ora si arriva in cima al luogo di culto che appare subito dalle proporzioni imponenti. Ti accoglie la gigantesca statua in bronzo di Kuan Yin, la Dea della Misericordia. Il centro del luogo è caratterizzato dalla grande pagoda alta 30 metri, e le statue dei quattro re celesti nella sala di preghiera principale. I colori accesi sono contrastati dall’oro che decora la miriade di elementi di cui è costruito il tempio. Una piccola città intricata che è stata ampliata nel tempo. I numerosi templi e pagode sono in continua espansione e la discesa permette la visita di ogni singola statua, immagine sacra, budda, tutto ciò che questa religione è in grado di trasmettere.

Khoo Kongsi e Tong Cheah Kongsi

Una volta lasciato il tempio, torniamo a girovagare per le strade di Georgetown e nella calura malese ci buttiamo alla ricerca delle dimore dei Clan. Il primo in cui ci imbattiamo, quasi per caso, perché dall’entrata principale sembra chiuso è Tong Cheah Kongsi.

https:contevladblog.wordpress.com

Entriamo proprio da Armenian street e per un biglietto da prezzo irrisorio è possibile iniziare la visita di questa dimora. Il meno importante dei Kongsi di Georgetown, ma è insieme al Khoo Kongsi tra gli unici visitabili. Si tratta di un mix di una villa cinese, un tempio e una dimora europea, fondata del 1820. Poco distante arriviamo invece al più importante Khoo Kongsi, che è anche uno dei più interessanti siti di Georgetown. Leong San Tong Khoo Kongsi è legato ad uno dei clan cinesi più potenti del passato di Penang. Un clan che ha origini 650 anni addietro ed è anche uno dei più ricchi.

La sontuosità dei decori è testimone di tale lignaggio. Il Kongsi è stato anche il set cinematografico del film: Anna e the King. Tra le sale oltre la storia genealogica del clan, si scorgono anche le foto di alcune scene della famosa pellicola.

Album fotografico di Penang